Nebbia sul Naviglio e altri racconti gialli e neri by Unknown

autore:Unknown
La lingua: it
Format: mobi, epub
Tags: Sellerio editore, 978-88-389-2632-7, Giorgio Scerbanenco, Nebbia sul Naviglio
ISBN: 9788838926327
editore: Sellerio Editore
pubblicato: 2012-02-04T12:18:26+00:00

«... Su, finisca» disse quello calmo, cerimonioso, in piedi dietro la scrivania. Lui se li era tolti gli occhiali, e invece il biondo, ora seduto in poltrona, se li era messi. Era curiosa, questa faccenda.

Erano ancora lì, tutti e tre. Il calvo, quello che dava del tu e il biondo. C’erano sempre le riviste sulla tavola. Erano ostinati in questo. E Irene, seduta davanti a loro, i capelli neri sciolti, e una borsetta blu nero, sotto braccio.

«Svenne di nuovo, mentre diceva: niente, niente, niente. Lo guardai un bel po’. Mi fece pietà. Non c’era un uomo al mondo più infelice di lui. Potessi fare qualche cosa per te, pensai. Ma sei anche un bell’impiastro. Non sei neppure capace di ammazzarti. Riflettei un po’. Poi presi il fazzoletto da sotto il cuscino, mi coprii con quello la mano, gli presi la rivoltella che teneva mollemente, appena con due dita, e gliela puntai alla tempia. Dovevo sdebitarmi in qualche modo di tutto quello che aveva fatto per me. L’unica cosa che lo avrebbe reso veramente felice era morire. E sparai».

Quello del tu, in piedi, disse:

«Eutanasia».

«Sì, eutanasia, proprio così» disse il calvo, anche lui in piedi.

«Come?» Irene domandava.

«Niente, vai avanti», disse quello seduto in poltrona.

Irene abbassò il capo.

«Lo sapevo che Arioni non era andato via, aveva paura per me. Sapevo tutto. Dopo il colpo entrò. Io stavo mettendo la rivoltella nella mano dell’avvocato, la maneggiavo sempre col fazzoletto, e anche senza guardare capivo che lui stava lì, impietrito».

«Avanti, continuate», disse il voi. Che aria, con quegli occhiali.

«Quando finii mi alzai, e gli dissi: “Fotografa”. Lui non si muoveva. Non capiva, o aveva troppa paura».

«Perché s’è andato a scegliere un mestiere così, se aveva tanta paura?» disse quello che dava del tu. Portava un impermeabile che lo faceva sembrare un magazziniere.

«Fotografa», gli gridai ancora. Sapevo che presto sarebbe corsa gente, e ci occorreva quella fotografia. Allora lui meccanicamente ha fatto scattare l’otturatore.

Irene indicò la fotografia sulla rivista che la riportava più in grande.

«È questa che i giornali chiamano vera. È la più falsa».

I tre tacevano, e la Lovani aveva stenografato tutto, questa volta. E il carabiniere vicino alla porta (il brunetto solito, sempre lucido) s’era istintivamente avvicinato.

«Se la storia del suicidio andava, bene. Se no, non importa» disse Irene.

«Non è andata» disse il tu, che sembrava un magazziniere.

«Però senza questa tua confessione poteva andare, se solo resistevi ancora un poco. Ma anche una donna come te quando si innamora è finito. Abbiamo fatto la finta di proscioglierti in istruttoria, di mandarti a casa libera, facendo dire ai giornali che l’assassino era Arioni, il tuo giornalista, e tu sei corsa subito qui a confessare tutto, pur di salvare lui. Che stupida».

Irene lo guardava, socchiudendo un poco i grandi occhi chiari, verdognoli, come acqua di lago calmo, nel pieno meriggio.

«Non importa», disse.

Quello del voi s’era levato un taccuino dalla tasca e andava scrivendo sulla pagina «eutanasia», perché poi sarebbe andato a vedere sulla Treccani che cosa voleva dire.

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.